Nella nostra società si è soliti pensare che il talento, in ogni sua espressione, si debba tradurre in successo e in ritorno economico. Credo che si possa cambiare questo modo di ragionare riportando il talento personale nella sua accezione più nobile.
Se riusciremo a donare il risultato del nostro talento, la gratificazione che potremo provare nel fatto di aver compiuto un’opera “di bene” sarà amplificata enormemente.
Credo che il dono del proprio talento possa diventare un atto rivoluzionario che porterà gioia e un senso di appagamento, che difficilmente potremmo provare “vendendo" il risultato della nostra passione creativa.
Non voglio fare la filosofa della porta accanto, ma solo riflettere sulla grandissima potenzialità che abbiamo, rispetto al tema della gratuità e del dono.
Mi è sempre piaciuto scrivere poesie e racconti brevi fin da ragazzina, ed ora che ho raggiunto la piena maturità, ho pubblicato un libro dal titolo “Non solo caffè” che le raccoglie, in un percorso di evoluzione sentimentale e personale lungo mezzo secolo.
È stato un grande impegno ma anche una grande soddisfazione poter condividere con i lettori le mie emozioni e raccontare i sentimenti dei miei personaggi. Ma donare il ricavato delle vendite del libro ad Apeiron mi ha dato una gioia profonda.

I progetti sviluppati da Apeiron sono volti al miglioramento delle condizioni delle donne, donne come me, con gli stessi battiti del cuore e con gli stessi occhi pieni di sogni e a volte, di lacrime.
Le mie parole hanno trovato ali per volare oltre i chilometri che ci separano, costruendo un ponte invisibile tra il mio cuore ed il loro.
È una magia, che solo il dono può creare.
Provare per credere!
Emanuela Caccia