I risultati di una formazione condotta da Apeiron Nepal
In uno dei recenti report ricevuti dal nostro partner locale principale, Apeiron Nepal, sono stati riportati i risultati di una formazione condotta nell’ambito di uno dei progetti che stiamo realizzando insieme. E tale report ci invita a riflettere sulle varie sfaccettature della violenza di genere in Nepal, che rimane ad oggi il fulcro del nostro impegno nel piccolo Stato himalayano.
Quello della violenza di genere è un tema che sta acquisendo sempre più spazio in numerosi dibattiti. Se ne discute tanto, e sta richiamando l’attenzione di tante persone. Lo vediamo anche con il fiorire di discipline accademiche quali gli studi di genere, focalizzati sulla trasformazione delle norme sociali che, ancora oggi, relegano la donna in tutto il mondo ad una posizione di subalternità rispetto all’uomo. La tematica è estremamente complessa ed ampia, e richiederebbe tantissimo tempo per poter essere presentata in maniera completa.

La formazione sulla violenza di genere condotta a Jumla
Per inquadrare l’argomento possiamo partire dal recente report relativo ad una formazione sulla violenza di genere condotta all’interno del progetto di Micro impresa femminile a Jumla, durante la quale si sono toccate alcuni degli aspetti principali da tenere in considerazione al fine di migliorare la propria consapevolezza in termini di parità di genere e violenza di genere.
Vi sono, in particolare, delle questioni di base su cui occorre prestare attenzione se si desidera addentrarsi in tale dibattito: una tra queste è la differenza tra sesso e genere. Come chiaramente presentato durante il corso e debitamente riportato nel report, il sesso è determinato da quegli aspetti biologici che la natura attribuisce ai distinti essere umani, differenziandoci così tra uomini e donne a seconda di capacità quali la gravidanza, l’allattamento al seno, gli organi genitali.
Quando si parla di genere (gender) ci si riferisce invece alla categorizzazione che distingue donne e uomini dal punto di vista sociale, classificandoli in queste due categorie e definendo il ruolo che tendono ad avere all’interno di una comunità: l’uomo è colui che guadagna, provvedendo ai bisogni dell’intera famiglia, e che può ambire ad impieghi in ambito scientifico, la donna è moglie, madre, cuoca e dedica la sua vita alla cura dei propri figli e della casa.
Risulta quindi fondamentale comprendere tale distinzione se si vuole portare un cambiamento significativo all’interno delle nostre società, con l’intenzione di raggiungere la parità di genere. Apeiron ci sta provando in Nepal da più di vent’anni, sfidando lo stigma sociale che relega le donne ai ruoli sopracitati, e fornendo loro strumenti utili al fine di raggiungere una maggiore indipendenza.
L’empowerment economico è uno dei mezzi che più possono aiutare in questo senso, ed Apeiron ormai più di dieci anni fa ha accettato questo guanto di sfida proprio attraverso il progetto a Jumla, che offre alle donne agricoltrici una possibilità di riscatto tramite la partecipazione a corsi di formazione tecnica per migliorare la produzione dei prodotti individuati; la fornitura di strumenti per migliorare la redditività dei prodotti prescelti e poter avviare così una commercializzazione sostenibile; il rafforzamento delle catene del valore dei prodotti (patate, capre, ortaggi e fagioli) coinvolgendo i numerosi attori che ricoprono in qualche misura un ruolo nelle stesse; e la sensibilizzazione della popolazione e delle autorità governative locali sulle principali disparità di genere esistenti nelle comunità coinvolte dal progetto.
In tale modo sarà anche possibile per le donne combattere contro la violenza economica, che consiste nella privazione delle risorse finanziarie e degli strumenti da lavoro, l’uso improprio della proprietà senza il loro consenso, l’impossibilità per le stesse di trovare lavoro e la privazione di altre attività generatrici di reddito. Fornendo loro strumenti utili per rilanciare il loro ruolo all’interno della collettività, sarà possibile rendere le donne più consapevoli delle proprie capacità, più sicure e determinate e quindi capaci di esprimere tutto il loro potenziale.
Conclusioni
La violenza economica ci ricorda che, così come non è una sola la definizione di “donna”, e la sua figura è contornata di molteplici sfumature, allo stesso modo non è (purtroppo) solo uno il tipo di violenza a cui può essere sottoposta.
L’impegno legale per combattere contro la violenza di genere, da quella economica alla violenza sociale e fisica, trova tutela da impegni legali quali la Convenzione per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne (CEDAW), della quale il Nepal è parte, e la Convenzione di Istanbul. Ma la strada da percorrere per la concreta attuazione dei principi riportati in questi due trattati resta ancora lunga e complessa, e vi sono ancora esempi di Paesi che si rifiutano di riconoscere la centralità di questi provvedimenti.
La cooperazione a livello locale resta un potente mezzo al fine di lottare contro tali problematiche. Nella mia esperienza in Apeiron, ho avuto la possibilità di vedere come tale associazionismo e spirito d’iniziativa costituiscano un potente mezzo di prevenzione e cura per problematiche tali come la violenza di genere, che affliggono il Nepal e non solo.